Le polemiche questa volta arrivano dal leader del Pd Pierluigi Bersani, che dalla platea della festa del suo partito da poco celebratasi a Torino chiede al Governo una riforma elettorale. Riforma non disdegnata in generale da tutta la sinistra ma anche dal leader dell’Udc Casini e dal presidente della Camera Fini.
Marco Pannella ed Emma Bonnino individuano come linea guida il testa a testa del modello americano, mettendo al centro la persona, mentre D’Alema sostiene il sistema tedesco che ricorda lo stesso premier, allora all’opposizione del governo Prodi, in un’intervista concessa nel 2007 ad Augusto Minzolini aveva giudicato favorevolmente.
Quali sono in sostanza le differenze tra i due sistemi?
Da una parte il nostro sistema elettorale definito “Porcellum” Proporzionale con premio di maggioranza e quello tedesco – da molti auspicato per l’Italia – Proporzionale a moderata correzione maggioritaria.
Alla Camera il sistema è proporzionale su scala nazionale; le soglie di sbarramento sono per le coalizioni almeno il 10 per cento, i partiti non coalizzati il 4 e i partiti coalizzati il 2. Il premio di maggioranza prevede per la coalizione vincente 340 seggi, 278 all’opposizione e 12 alla circoscrizione Estero.
Al Senato il sistema è proporzionale su scala regionale; le soglie di sbarramento prevedono il 20 per cento per le coalizioni, l’8 per i partiti non coalizzati e il 3 per quelli coalizzati. Il premio dà il 55 per cento dei seggi regionali alla coalizione vincente.
Il sistema italiano prevede una sola scheda in cui è consentito apporre un unico segno sul simbolo della lista prescelta e non sulla persona.
Nel sistema tedesco si ricevono due schede: l’una per i partiti, la cui soglia di sbarramento è del 5 per cento e l’altra in cui si votano i candidati del collegio uninominale maggioritario, in sostanza metà dei deputati è selezionata attraverso collegi uninominali – maggioritari, l’altra metà con liste circoscrizionali.
Il Pd invece sostiene il modello francese, imperniato sui collegi uninominali. Se nessun candidato supera il 50 per cento al primo turno è ammesso al secondo chi supera lo sbarramento del 12, 5 per cento.
Ricordiamo come l’attuale sistema sia frutto della L.270/2005 che ha sostituito il cosidetto sistema Mattarellum: Maggioritario al 75 e Proporzionale al 25 per cento. Senza ballottaggio vince chi ha la maggioranza relativa e accede all’assegnazione dei seggi soltanto chi supera lo sbarramento del 4 per cento.
Checché se ne dica la riforma elettorale non è nell’agenda del premier, dunque per le prossime elezioni almeno il sistema sarà il solito, con polemiche annesse.